Una traduzione di Google tell me: is my son a genius?,di Seth Stephens-Davidowitz

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Da più di un decennio siamo nel 21° secolo e vorremmo pensare che i genitori americani hanno standard e sogni simili per i loro figli e figlie. Ma il mio studio, condotto su anonimi dati aggregati provenienti dalle ricerche su Google, ci suggerisce che i genitori americani di oggi sono molto più propensi a voler i loro ragazzi intelligenti e le loro ragazze magre.

Non è che i genitori non vogliano che le loro figlie siano brillanti o che i loro figli non siano in forma, ma sono molto più concentrati sull’intelligenza dei loro figli e il giro-vita delle loro figlie.

Partiamo dall’ intelligenza. Non c’è da stupirsi che i genitori di bambini piccoli siano spesso eccitati al pensiero che il loro bambino possa essere dotato. In realtà, per tutte le ricerche su Google che iniziano con la frase “mio figli* di 2 anni”, la parola successiva più comune è “dotato”. Ma questa domanda non riguarda ugualmente bambini e bambine. Un genitore chiede due volte e mezzo in più: “Mio figlio è dotato?” piuttosto che “Mia figlia è dotata?”

Una tendenza simile si riscontra con altre frasi in merito all’intelligenza,  frasi che i genitori non direbbero ad alta voce, come “Mio figlio è un genio?”

I genitori sono influenzati da reali differenze tra ragazze e ragazzi? Forse i ragazzi, rispetto alle ragazze, usano più spesso paroloni o comunque mostrano segni oggettivi di talento? Eh no. Semmai, è il contrario.

In giovane età, l’età più spesso indicata dai genitori in cerca di risposte sul talento, le ragazze hanno sempre dimostrato di avere un lessico migliore e di saper utilizzare frasi più complesse. Nelle scuole americane, le ragazze hanno l’11% di probabilità in più rispetto ai ragazzi di finire nelle classi per “studenti dotati”. Nonostante questo, i genitori sembrano vedere i ragazzi più dotati rispetto alle ragazze.

I genitori sono più propensi a interrogarsi sui figli piuttosto che sulle figlie in tutto ciò che riguarda l’intelligenza, compresa la sua assenza. E’ molto più digitato “mio figlio è indietro” o “stupido”, che una frase analoga relativa alle figlie. Le ricerche con parole negative come “stupido” e “indietro “, tuttavia, sono meno sbilanciate verso i figli rispetto alle ricerche con parole positive.

Quali preoccupazioni hanno i genitori per le loro figlie? In primo luogo, si preoccupano di tutto ciò che riguarda l’aspetto. Considerate le domande circa il peso di un bambino. I genitori cercano “mia figlia è sovrappeso?” circa due volte più frequentemente di quanto non cerchino “mio figlio è sovrappeso?” Proprio come con “dotato”, questo pregiudizio di genere non è basato sulla realtà. Circa il 30% delle ragazze è in sovrappeso, mentre lo è il 33% dei ragazzi. Anche se le statistiche ci dicono che ci sono più ragazzi in sovrappeso che ragazze, i genitori vedono le ragazze in sovrappeso – o si preoccupano che lo siano – molto più spesso di quanto non lo facciano con i ragazzi. Più del doppio delle volte i genitori chiedono come aiutare le loro figlie a perdere peso di quanto non chiedano come come ottenere che i loro figli facciano lo stesso.

I dati raccolti da Google ci dicono anche che madri e padri sono più propensi a chiedersi se la loro bambina è “bella” o “brutta”. Chiedono una volta e mezzo in più se la figlia è bella di quanto non chiedano se lo è il figlio maschio, ma sono quasi tre volte più propensi a chiedere se la figlia è brutta che se il figlio è brutto.

Il perché ritengano che Google sappia se un bambino è bello o brutto è difficile da dire.

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