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La Mimi Foundation – una fondazione belga che offre  sostegno psicologico a chi soffre di cancro – ha proposto a una ventina di persone ammalate questa esperienza: uno staff di truccatori e parrucchieri professionisti avrebbe trasformato il loro volto e ridato loro i capelli persi in seguito alle terapie, a condizione che tenessero gli occhi chiusi per tutto il tempo dell’operazione. Alla fine un fotografo ha immortalato l’istante preciso in cui queste persone hanno aperto gli occhi e si sono guardate allo specchio: un momento di stupore e allegria tanto prezioso quanto raro nella vita di chi soffre di cancro, perché la malattia – come testimoniano molti – toglie soprattutto una cosa: la spensieratezza.

L’idea è forte, il video ben fatto e coinvolgente. Trovo interessante che, per restituire «anche un solo secondo» di spensieratezza si sia fatto ricorso alla manipolazione dell’aspetto fisico, applicando un format che ricorda la campagna «The real beauty sketches» di Dove. Mi spiego meglio. Sono certa che la Mimi Foundation riesca a dare sostegno psicologico alle persone ammalate di cancro in mille altri modi, del tutto indipendenti dalla loro apparenza fisica. Ma per comunicare il suo lavoro in uno spot, il corpo è sembrato – a Mimi Foundation e ai suoi comunicatori – il mezzo più potente. Il che ci dice molte cose sul mezzo pubblicitario, ovviamente. Ma anche sulla società in cui viviamo.

Ringrazio Simona per avermi segnalato il video.

Archiviato in:comunicazione sociale Tagged: cancro, comunicazione sociale, Mimi Foundation, Real beauty sketches

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