Troppa e frequentemente lesiva è la cronaca pertinente ai reati subìti dalle donne in generale, sia che trattasi di (ex) mogli oppure di (ex) fidanzate. Di contro raramente dalla stampa giungono notizie degli stessi reati a danno delle donne disabili, come se si trattasse di donne di serie B e spesso sono persino discriminate dalle stesse concittadine di genere.

Allora una riflessione rispettosa va dedicata proprio alle donne disabili offese di reati, sia ristorati dalla giustizia che in attesa di riparazione, come un’esortazione, affinché attingendo tanto dalla propria coscienza quanto dalla propria consapevolezza di persone e quindi di cittadine, trovino la forza e l’autodeterminazione per l’affermazione di sé.

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