Ho incontrato più volte Alda Merini nella sua casa sui Navigli a Milano, una casa vissuta come lei, viva come lei, una casa che aveva un’anima grande come lo era l’anima della grandissima poetessa milanese che ormai se n’è andata da qualche anno, nel 2009.

Una donna che ha vissuto dodici anni rinchiusa in manicomio, quando ancora la depressione era un valido motivo per essere internata. Una donna che ha subito tanti elettroshock , scariche di elettricità tra i 180 e i 460 volt che accrescono il metabolismo portando via ossigeno al cervello e provocando danni cerebrali .

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