L’intervista a Laurence Rossignol, ministra della Famiglia e dei Diritti, ha riportato l’attenzione su un tema che ha avuto al centro la Francia dodici anni fa, ma che ha continuato a serpeggiare, più o meno esplicitamente, in tutte le questioni che riguardano il difficile rapporto tra l’Europa e l’Islam (presenza crescente, diventata più inquietante dopo gli attentati di Parigi e Bruxelles). La legge del 2004, che vietava lo sfoggio nella scuola di «segni o abiti con i quali gli alunni manifestano ostensibilmente un’appartenenza religiosa», benché rispondesse all’idea di «laicità» che prevede la separazione tra lo Stato e ogni forma di confessione religiosa, fondamento per la Francia fin dal 1789,  era stata presa, non a caso, come un provvedimento riguardante in particolare il «velo islamico».

Leggi tutto