Ci siamo assuefatti all’idea. Ci diciamo che è colpa della crisi, della carriera, della mancanza di servizi, della conciliazione impossibile tra casa e lavoro. Tutto giusto. Ma è davvero tutto? Il sociologo danese Gøsta Esping-Andersen tempo fa disse che in alcuni Paesi, tra i quali l’Italia, la rivoluzione di genere partita dalla maggiore istruzione femminile infine si è bloccata: la società non si è adattata alle madri lavoratrici né dentro le famiglie, né dentro il mercato del lavoro, e uno dei risultati è, appunto, una bassissima fecondità permanente.

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