Non condivido né il linguaggio né il tono del manifesto sull’utero in affitto di Se non ora quando – libere. Non lo condivido a cominciare dall’incipit: «Noi rifiutiamo di considerare la “maternità surrogata” un atto di libertà o di amore». Posizione ovviamente legittima sul piano etico, come è legittimo essere contrari alla pratica dell’aborto o alla prostituzione. Ma perché escludere così perentoriamente che possano darsi casi di relazioni amicali o familiari nei quali è proprio l’aspetto del dono a prevalere? Proviamo a usare un’altra espressione, meno brutale: gestazione per altri.

Leggi tutto