Preoccupate, certo. Perché temiamo che il futuro non ci riservi nulla di buono (82% delle donne, 75,8 degli uomini); perché le nostre aspirazioni e desideri incontrano molti limiti e barriere (86,4% donne, 79,2% uomini), perché c’è una grande differenza fra quello che siamo e quello che avremmo voluto essere (63,2% donne, 56,9% uomini). Preoccupate, ma capaci di essere felici.

La ricerca di Monica Fabris, presidente di Episteme, per l’evento La felicità è una o sono molte?del Tempo delle Donne (festa-festival che «Corriere della Sera» e 27Ora hanno organizzato alla Triennale dal 1 al 4 ottobre, col sostegno di Lancôme), ha messo a fuoco cosa intendono le donne quando parlano di felicità e quali sono i motivi che la determinano: una «top ten» che nel corso della vita cambia, ciò che ci fa felici a 20 anni non è lo stesso che ci dà la felicità a 30, ciò che in una fase della vita è in cima alla classifica, la fase successiva precipita in fondo, per poi risalire, non senza sorprese.

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