"Torna a casa tua" ringhia il vecchio signore con una cartelletta di pelle in mano, spingendo per salire sull'autobus, mentre sono al telefono, e rinculo per quanto passo, e spiego alla mia interlocutrice al telefono che quella è la normalità quotidiana di Roma. "Torna a casa tua, se Roma non ti piace", ringhia dunque il vecchio, e io gli spiego che "casa mia" è quella e che no, non mi piace e non dovrebbe piacere a nessuno nell'universo essere costretto a digrignare denti e bofonchiare rabbia tutte le mattine del mondo.

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