Dal momento che la vicenda di Pokémon Go mi scandalizza molto meno della dipendenza da social network, o dall'esaltazione dei medesimi come nuova via di produzione e discussione letteraria (eccetera), e dal momento che dei mostriciattoli mi sono a lungo occupata quando il mondo era giovane, vi ripropongo un articolo scritto per Repubblica nel marzo 2000. Tanto per ragionarci su.

Come è possibile che un giocattolo ignori il suo possessore? Che sia, per usare le parole esatte, "estremamente intelligente", in possesso di una propria "forza di volontà" e dunque "non si lasci comandare"? Avviene, eccome, in un universo complesso e sbrigativamente affrontato come l' ultima ossessione planetaria di origine nipponica.

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