Ogni notizia, ogni testo letto, ogni voce ascoltata, è depositata su di te. Provi a farla tacere nel momento in cui arrivi davanti a quello che oggi si chiama hotspot, a Lampedusa. Provi, perché non è semplice, e sai che nel migliore dei mondi possibili un hotspot non dovrebbe esserci. Che il sistema di accoglienza (e identificazione, o viceversa) e smistamento è inadeguato davanti alla mutazione storica che è in corso. Che siamo vecchi. Non anagraficamente e non solo noi, il gruppo di SconfinareaLampedusa, fermo davanti al cancello, in una campagna che è sempre quella, arsa e gialla come si conviene a un'isola che, ricorda Evelina, un tempo si definiva "Africa" (vai a Lampedusa? In Africa vai) e oggi è il ponte, il passaggio, il luogo delle contraddizioni e del riflesso di quello che noi siamo, e di quanto poco abbiamo fin qui compreso.

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