Diciamo che da ieri sono imprigionata in una fantasia. Una fantasia adolescenziale, di quelle che denotano una non guarita sindrome da onnipotenza. Una fantasia perfettamente inutile. Non appartiene, la fantasia, alla scrittrice, all'attivista, alla femminista. Dimenticatele. Troppe volte quelle donne che sono io e che vanno a comporre quella che sono hanno scritto di femminicidio. Troppe volte hanno motivato l'uso del termine, la lettura dei dati, la motivazione storica dei femminicidi. Troppe volte hanno proposto la via culturale che si oppone al rafforzamento delle pene, alle leggi speciali, alla politica del pugno duro.

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