Nel mio personale wormhole di questi giorni, ripercorro, scrivendo, altri tempi e altri luoghi. Come è prevedibile, è la musica a fare da tramite con il passato. Se penso ai primi anni Settanta, penso a Walter/Wendy Carlos e alla colonna sonora di Arancia meccanica di Stanley Kubrick, con tutte quelle elaborazioni elettroniche di Henry Purcell e, soprattutto, di Beethoven. Furono, per la ragazzina che ero, un inizio indimenticabile, il famigerato sipario che si strappa su un'altra realtà. La mia autoeducazione musicale iniziò da quel film: collezionavo le sinfonie di Beethoven dirette da Von Karajan con la stessa dedizione che altre coetanee mettevano nel collezionare gli album dei Beatles, e andava bene così.

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