Nel migliore dei mondi possibili, e questo non lo è, nessuna madre dovrebbe prendere su di sé l'icona della madre coraggio (né dovrebbero farlo le sorelle, come Ilaria Cucchi) e mostrare, in parola o in immagine, il corpo del figlio straziato. Non dovrebbero sottoporsi volontariamente - ma lo fanno, perché giustamente sanno che quella, nel non migliore dei mondi possibili, è l'unica via - alla golosità mediatica che titola sul dettaglio che scuote le viscere e strappa il singhiozzo. Avrebbero la giustizia che chiedono e le verità che sono indispensabili a un mondo decente, anche se non il migliore dei possibili, senza essere costrette al dolore pubblico, come lo è la mamma di Giulio Regeni, e prima di lei la mamma di Federico Aldrovandi e prima ancora la mamma di Graziella De Palo.

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