Come prevedibile, la discussione di questi giorni si centra sui cosiddetti limiti della satira e, come ugualmente prevedibile, sotto la parola satira si fa rientrare di tutto, dalla saliva dell’odiatore di professione allo status del sedicente web-comico. La satira, come diceva ieri sera Gipi alle Invasioni barbariche, ha “una regola sola: deve andare dai deboli ai potenti.” In proposito, ripubblico qui le risposte di Daniele Luttazzi a Micromega.

Micromega ha inviato un questionario a circa sessanta rappresentanti del mondo del giornalismo, della letteratura, della musica, della filosofia, del cinema, della chiesa, della giurisprudenza “perché affrontare ora gli interrogativi legati alle concrete manifestazioni della libertà di espressione diventa di un’urgenza improcrastinabile: su questa tema il terrorismo contro Charlie Hebdo segna probabilmente una svolta d’epoca, e le reazioni variegate e contraddittorie del mondo democratico lo sottolineano” (Paolo Flores d’Arcais).

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