E così Mark Zuckerberg si fa promotore della buona causa della lettura. Leggeremo almeno due libri al mese, promette, e ne discuteremo insieme. Bene, benissimo, bravo, bravissimo: in tempi tenebrosi, almeno per quanto riguarda l’Italia e i suoi non lettori, ogni proposta in soccorso dei libri (su qualsiasi supporto si presentino) non può che essere positivamente accolta. Naturalmente c’è un però, perché è difficile non pensar male quando i social network si occupano di lettura, magari dilettandosi nella nobile pratica del sondaggio (quello di Goodreads sui testi consultati da donne e da uomini, il giochino dei venti titoli preferiti lanciato da Facebook medesimo qualche mese fa), e dunque ci si chiede, giustamente, quali saranno i criteri con cui verranno individuati i libri proposti a cadenza quindicinale, e chi li sceglierà, a proposito, se un essere umano, un algoritmo o Jeff Bezos.

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