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- Categoria: Nadia Somma
- Pubblicato: 30 Ottobre 2013
Quando ho letto la notizia della consegna del premio ‘Tartufo d’oro‘a Lucia Annibali – la donna sfigurata dall’ex compagno ad aprile scorso –sono rimasta turbata. Ho condiviso il sentimento di Loredana Lipperini che ne ha scritto sul suo blog con molta delicatezza perché Lucia ha accettato il premio e i suoi sentimenti vanno rispettati.
Ma ci sono riflessioni che è doveroso fare. I fatti sono questi: il Comune di Sant’Angelo in Vado – in provincia di Pesaro e Urbino – e la commissione per le Pari opportunità delle Marche hanno scelto di assegnare il premio a Lucia, durante la annuale festa del tartufo. Lo stesso premio è stato consegnato negli anni scorsi a personalità dello spettacolo, della cultura e della ricerca dando all’evento una connotazione mondana e festaiola. Mi domando se una festa o una sagra possano essere contesti nei quali sensibilizzare su un problema grave come la violenza contro le donne, e se sia il caso di parlare del problema riferendosi a una specifica vicenda.
Il femminicidio è un tema spesso scippato a dispetto o in dispregio della sacrosanta denuncia fatta dal movimento delle donne, dai centri antiviolenza e da tutti coloro che sono interessati a trovare soluzioni al problema. Di femmincidio si parla molto: attira reazioni di pancia, cattura l’attenzione, crea movimenti di opinione e riflessioni. Il corpo delle donne è terreno fertile per scelte demagogiche come dimostra la recente legge sul femminicidio che è stata una grande operazione di marketing per ridare credibilità a un governo che aveva un bassissimo consenso.
L’uso strumentale del femminicidio quando diventa uno slogan ed è svuotato di senso o diventa un cavallo di battaglia per i giochi al massacro sui corpi delle donne, può diventare una vittimizzazione secondaria delle donne. La peggiore. Le referenti della commissione delle Pari opportunità marchigiana già incalzate da una petizione online per fare rimuovere da Ancona l’orribile statua “Violata”, non riescono a comprendere che le loro scelte suscitino più di un dubbio? Pari opportunità o basso opportunismo?
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