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Intervenuta a Che tempo che fa, Laura Boldrini ha pronunciato due affermazioni relative al M5S, che hanno suscitato molta discussione. Quella sui potenziali stupratori e quella sugli eversori.
La prima questione è più semplice. Per giustificare una reazione censoria, i sostenitori grillini hanno tradotto la frase come fosse riferita indiscriminatamente ai frequentatori del blog di Beppe Grillo. In realtà, la frase sembrano quasi dei potenziali stupratori è riferita agli autori dei post violenti e sessisti, sollecitati dallo stesso Grillo con la domanda su cosa fareste se vi trovaste la Boldrini in macchina. Per accreditare questa versione è stato anche falsificato lo screenshot di un tweet della presidente della camera, per poi dire che il tweet era stato da lei cancellato.
Naturalmente, non è possibile stabilire se le persone che hanno scritto quei post siano realmente pericolose. Possiamo fare solo speculazioni e ipotizzare che molti siano solo degli squallidi fanfaroni e solo qualcuno pericoloso. Che alcuni siano innocui da soli e pericolosi in gruppo. Stupisce che si tratti di persone che si presentano con la propria foto, con il proprio nome e cognome, senza curarsi del rischio di conseguenze penali. E' probabile che sia proprio la dimensione del gruppo, del branco, e la sollecitazione dall'alto a rendere plausibile nella mente di ciascuno il poter proferire insulti e offese a sfondo sessuale fino all'augurio o all'incitamento dello stupro.
Quello che si è svolto nella fanpage e nel blog di Grillo ai danni della presidente della camera è di fatto uno stupro di gruppo virtuale, simbolico, il cui danno maggiore è costituito dalla normalizzazione dello stupro come pratica punitiva da infliggere all'avversario quando è una donna. Una pubblica e collettiva manifestazione di cultura dello stupro. A cui finiscono per concorre anche tutti coloro che eludono la matrice sessista di questa violenza verbale, parlando genericamente di volgarità; che la intendono come pura rabbia, disagio, malcontento popolare rivolto contro il potere (ormai anche nelle cronache ci viene proposta la crisi come chiave di lettura dei femminicidi). La cultura dello stupro trova sempre la sua giustificazione in una proprietà della vittima. Oppure in tutti coloro che, dopo aver speso qualche formale parola di circostanza per biasimare i post violenti, si concentrano e si impegnano soprattutto per censurare la reazione della presidente della camera: non è tanto grave esprimersi come un potenziale stupratore, è grave dire che quelle espressioni sono da potenziale stupratore. Motivo per cui quelle modalità di espressione violente e sessiste sono avvolte da sufficiente indifferenza, comprensione, giustificazione, per continuare a ripetersi, come sempre si riproduce la violenza sulle donne. Della medesima violenza da parte di gente dello stesso tipo sono vittime giornaliste, comuni blogger, qualsiasi donna si esponga nel dibattito pubblico
imageStupefacente, la replica di Claudio Messora, responsabile comunicazione del movimento, il quale traducendo in modo generalizzato quanto detto da Laura Boldrini, le ha comunicato via tweet di stare tranquilla, perché se anche i 5 stelle fossero dei potenziali stupratori, lei non correrebbe nessun rischio. A differenza di Carfagna, Gelmini e Prestigiacomo. Come se lo stupro fosse un premio da dedicare alle donne appetibili dal punto di vista dello stupratore, come se lo stupro fosse una prova di passionale e irrefrenabile desiderio mosso dalla donna attraente, come se vi fossero donne stuprabili le quali dovrebbero pure sentirsi lusingate di esserlo. Un messaggio davvero tranquillizzante. Poi Claudio Messora si è scusato per i toni da bar sport e per la sua scarsa eleganza. Ma qui non c'entrano i toni e l'eleganza. O gli errori di cui parla Scanzi, che il M5S non potrebbe mai permettersi di commettere: le pagliuzze. Queste sono impronte digitali di una forma mentale. Di una visione del mondo e del rapporto tra gli uomini e le donne. Già messa nero su bianco sul blog di Grillo alcuni anni nel post «Il nuovo femminismo». Strada facendo i 5 stelle stanno assumendo la cifra del maschilismo come la Lega ha assunto la cifra della xenofobia. La litania grillina secondo cui non si può criticare Laura Boldrini perché è una donna e subito ti accusano di sessismo è uguale alla litania leghista secondo cui non si può criticare Cecile Kyenge perché è nera e subito ti accusano di razzismo.
Pur riferendosi solo agli autori dei post violenti e sessisti e non a tutti i seguaci del blog di Grillo, aggiungo io che esiste un problema anche per tutti gli altri, poiché nessuno di essi, in mezzo a quelle esibizioni di dominio sessuale simbolico volto ad umiliare ed offendere, sembra abbia mai voluto o potuto fare da anticorpo. I violenti su quelle pagine, sul quel blog passano assolutamente indisturbati. E c'è da ricordare che topic come quello della Boldrini in macchina, non sono un fatto isolato ed episodico, ma quasi una prassi. Che questa volta ha avuto rilievo, perchè Repubblica ha deciso di darglielo.
E' stato fatto notare che in tutta questa vicenda, l'unica donna picchiata è stata la deputata 5 stelle Loredana Lupo, schiaffeggiata dal questore deputato di Scelta Civica Stefano Dambruoso. Non faccio differenze e graduatorie tra questa e quella violenza sulle donne. Sono allo stesso modo solidale con Laura Boldrini, con le deputate del PD, come in passato con le donne di Forza Italia, e allo stesso modo oggi con Loredana Lupo. Penso anche lei abbia il diritto dovere di denunciare ed esigere giustizia e che il questore che l'ha aggredita sia intanto dimesso dal suo incarico. Peraltro, l'ufficio di presidenza della camera, nella sua relazione, ha già stabilito che il comportamento di Dambruoso nella seduta del 29 gennaio scorso in Aula "è risultato estraneo alle funzioni da questi ricoperte" nella qualità di questore.
imageL'altra affermazione di Laura Boldrini che ha fatto scandalo è quella con cui ha definito l'assalto ai banchi del governo e della presidenza e poi l'occupazione delle commissioni parlamentari da parte del gruppo dei 5 stelle, un comportamento eversivo. Si è obiettato che anche in anni passati il parlamento è stato teatro di episodi violenti. Vero. Ma si è trattato di episodi circostanziati, in genere messi in atto da piccoli gruppi, come il partito radicale. Inimmaginabile il PCI che assale il governo, occupa e paralizza le commissioni, aggredisce verbalmente le deputate, costringere la presidente della camera a blindare i suoi uffici. E questo oggi avviene nel quadro di una opposizione che non distingue il governo dalle istituzioni, che insulta in modo becero il presidente della repubblica e la presidente della camera, che mette alla gogna i giornalisti che criticano il movimento, che usa blog e fanpage condivisi da centinaia di migliaia di persone per inscenare linciaggi virtuali e stupri simbolici.
Ciò detto, l'aggettivo eversivo attribuito a questo o quel comportamento del M5S è discutibile, quanto meno impreciso, perchè parlare di eversione evoca l'esistenza di un disegno eversivo. Molto improbabile che il M5S persegua un disegno di questo tipo. Ammesso che persegua un disegno di qualsiasi tipo. Più persuasiva la valutazione di Corrado Augias, in onore del quale è stato inscenato un rogo virtuale di libri, secondo cui i 5 stelle esprimono un fascismo inconsapevole. Pensano di fare una cosa bella, nuova, pulita pura, e non si rendono conto che attaccare quelle cosa da piazza in parlamento significa mimare ciò che avvenne negli anni '20 in Italia e negli anni '30 in Germania con esiti che conosciamo. In questo dico inconsapevole: per età, inesperienza e, azzardo, scarse letture non si rendono conto di quello che stanno facendo. Augias aggiunge però che i fascisti inconsapevoli possono essere più pericolosi dei fascisti dichiarati, quali sono Storace o La Russa.
imageI più recenti sondaggi dimostrerebbero che il M5S ha tratto vantaggio dagli insulti. Alessandro Giglioli sembra ricavarne la conseguenza che lo sdegno unanime verso parolacce o malaparate dei grillini produce solo un effetto boomerang, perché «chi ha seminato per decenni ineguaglianza e darwinismo sociale non può che raccogliere rancore; chi è stato selvaggiamente espulso e vittimizzato, tenuto fuori dei cancelli delle ville dove scorre il punch, non può essere anche cortese ed educato come un Lord inglese. Ragionamenti che rimuovono la matrice sessista e razzista di queste «parolacce» derubricati a volgarità e maleducazione. La civiltà non è questione di sondaggi. Il razzismo e il sessismo sono mezzi per attrarre consensi, per parlare alle pance, per offrire capri espiatori, per proporsi come catalizzatori, ma il loro uso è molto difficilmente calibrabile. Sono piani inclinati. Che portano sempre più giù. Un errore casomai è stato non porre un argine prima. E prima o dopo si arriva al punto in cui non si può più fare finta di niente. Per l'antisemitismo lo abbiamo giustamente chiaro e non c'è crisi che tenga. In ogni caso, parliamo di congetture, non sappiamo quali sarebbero stati gli orientamenti senza lo sdegno, e se la polarizzazione in fondo non abbia avvantaggiato entrambi. Quello che mi sembra si possa dire è che l'ordine di grandezza del M5S, dopo un anno, non è mutato, continua a rappresentare da un quinto ad un quarto dell'elettorato. L'idea che propagandavano il suo leader e molti suoi adepti, secondo cui le larghe intese avrebbero portato il movimento oltre il 40 o addirittura oltre la maggioranza assoluta, non si sta avverando.
E' probabile che la coppia Grillo-Casaleggio non ci abbia mai creduto davvero, che si renda conto che la dimensione massima del M5S è questa, punto in più punto in meno, e che non sia nei loro progetti né odierni né futuri quello di investirla in una strategia delle alleanze finalizzata al governo. A volte si direbbe - ricordando una inchiesta di Milena Gabanelli - che la loro strategia sia soprattutto commerciale, come se entrambi non avessero in fondo mai smesso di fare il loro mestiere, il comico ed il manager, ma solo adottato la politica come circo più grande, per fare molti più soldi. Come se il presidente della repubblica, la presidente della camera, il governo, le istituzioni, fossero solo pretesti per organizzare come già vent'anni fa quelle stesse piazze insultanti ricordate da una vecchia cartolina di Andrea Barbato in più grandi arene virtuali di sfogo collettivo, che generino sempre più traffico, e rendano moltissimo in pubblicità.Riferimenti:Violenza a 5 stelle (Luisa Betti 3.02.2014)Auguri di stupro, i perché dell'immondizia pentastellata (Lorenza Valentini 3.02.2013)Armi di distrazione di massa (Maria Rossi 3.02.2014)Non è normale, nè inevitabile (Maria G. Di Rienzo 4.03.2014)Cosa ha detto Laura Boldrini e come invece l'hanno tradotto (Mazzetta 3.02.2014)

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