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- Categoria: Massimo Lizzi
- Pubblicato: 03 Gennaio 2014
di TK Brambilla
Questa volta non sono d’accordo con Maria G. Di Rienzo, pur comprendendo che la sostanza della sua polemica ha come obiettivo i media.
Fin dal titolo la tagliente ironia colpisce le donne rappresentate dai media e non i media stessi, peraltro facendo proprio lo sguardo sessista che riduce una donna, qualsiasi cosa faccia, fosse anche la cantante, l’attrice o la modella (soprattutto se ormai 45enne madre di 4 figli: bisogna essere sempre all’altezza!) solo a corpo ipersessualizzato.
Candice Swanepoel, Charlize Theron, Rihanna, Stephanie Seymour, sono donne diverse, con percorsi diversi ma con una battuta tutte annullate in una nuova categoria (e ne sentivamo proprio il bisogno…): le leccatrici di martelli, citazione del video di Miley Cyrus.
Un registro sessista, offensivo e sminuente, come la rappresentazione che di loro fanno i media.
Oggi sul giornale: Shatha Al-Harazi irresistibile dietro le quinte ai Caraibi… ah no, scusate, era Candice Swanepoel.
Oggi sul giornale: Awut Deng Acuil e Sean Penn alle Hawaii per ricominciare… ah no, scusate, era Charlize Theron.
Oggi sul giornale: Esraa Abdel Fattah in micro-bikini dorato alle Barbados… ah no, scusate, era Rihanna.
Oggi sul giornale: Ekaete Judith Umohwho sempre super-sexy… ah no, scusate, era Stephanie Seymour.
Non credo che il punto sia solo che si parla di celebrità del mondo dello spettacolo e non di donne che si muovono, con coraggio e valore, in altri ambiti ma anche come si raccontano le donne e come le si rappresenta, a prescindere da cosa facciano. (come del resto mostrano chiaramente queste battute della Di Rienzo).
Come quando ci si occupa dei look della presidente Boldrini o della scollatura di una giovane scrittrice che sale su un palco per ritirare un premio letterario o del fondoschiena delle giocatrici della squadra di pallavolo femminile, giusto per fare qualche esempio.
Non sto dicendo loro di ignorare le celebrità in bikini (anche se, scusate, non mi sembrano proprio notizie), sto dicendo che le donne non si limitano a leccare martelli, fanno anche altro.
Scegliere come bersaglio della propria ironia le donne dello spettacolo, ridotte a non ben definite leccatrici di martelli, a prescindere dal fatto che questa sia davvero la loro occupazione, non mi pare vada nella direzione opposta.
Per di più, secondo me, si traduce in una fotografia parziale del problema: sembrerebbe, almeno a me così pare, che ci siano le donne che leccano martelli e quelle che fanno altro, e i media si limitano a scegliere di rappresentare solo le prime.
Il punto è la rappresentazione parziale di un dato di realtà - le donne leccatrici vs donne che fanno altro - oppure la cultura che determina quel dato di realtà e non si limita a rappresentarlo parzialmente?
La stessa cultura peraltro che vede nelle donne, qualsiasi cosa facciano, solo leccatrici di martelli.
Forse, questa volta, il vero bersaglio non è stato perfettamente centrato.Riferimenti:Purtroppo non leccano martelli (Lunanuvola)Commenti su Facebook
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