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di Maria Rossi
Mentre l'Assemblea Nazionale in Francia ha appena approvato una legge che abolisce la prostituzione, la Spagna procede in direzione opposta.
Il Governo di destra presieduto da Mariano Rajoy (Partido Popular) ha approntato una riforma del Codice Penale che contempla l'eliminazione del concetto di sfruttamento sessuale previsto dall'art.188.  Secondo fonti del Ministero della Giustizia, l'espressione explotación sexual, espunta dall'articolo in questione, verrà comunque mantenuta nel titolo del Capitolo V, ma ciò non ha lo stesso valore che avrebbe se venisse conservata nel testo appositamente dedicato alla sanzione del reato di prossenetismo. In ogni caso, il problema cruciale è che, se la riforma proposta verrà approvata, diventerà praticamente impossibile perseguire il lenocinio, in quanto l'onere della prova ricadrà sulla vittima dello sfruttamento che dovrà dimostrare di trovarsi in una condizione di dipendenza personale ed economica che non le lascia altra scelta, reale o accettabile, che l'esercizio della prostituzione o dovrà provare che per praticarla le siano state imposte condizioni onerose o sproporzionate o sleali. Si tratta di presupposti di cui è ben difficile, se non impossibile, attestare l'esistenza. Come dimostrare concretamente che la pratica dei rapporti mercenari si prospetta come l'unica soluzione possibile alla povertà? Documentando l'esito negativo della presentazione di 10, 20, 30, 40 domande di lavoro? E soprattutto perché dovrebbe essere necessario fornire prove? Sfruttare la prostituzione altrui non dovrebbe configurarsi come un reato perseguibile in ogni caso, indipendentemente, cioè, dalle motivazioni che hanno indotto una persona a praticarla? Ancor più complesso è certificare la sussistenza degli altri presupposti. Supponiamo che una donna sia minacciata e costretta a prostituirsi 13-14 ore al giorno. Come dimostrare l'esistenza della coercizione se si è assoggettate a forme di intimidazione e se si è formalmente autonome, in quanto i proprietari dei locali dove si esercita la prostituzione non percepiscono una commissione sulle transazioni sessuali, ma affittano le camere alle ragazze per rifuggire dall'accusa di lenocinio e proclamare la propria estraneità alla tratta? L'eventuale estorsione di buona parte del reddito di una prostituta da parte di un prosseneta non sarà certo documentata da contratti o altri atti ufficiali e, dunque, come potrà essere provata? Inoltre - ed è la questione più importante - se spetta alle vittime attestare di essere sfruttate, ciò significa presumibilmente che la polizia non avvierà indagini autonome, ma attenderà la denuncia ben documentata delle persone che si prostituiscono. Se è particolarmente difficile procurarsi le prove dello sfruttamento, lo è ancora di più, per molteplici ragioni e in primo luogo per paura, querelare il proprio prosseneta. Il sistema, simile a quello adottato in Germania, ha prodotto in questo Paese una forte accentuazione della difficoltà delle forze dell'ordine di individuare e sanzionare la tratta. In un'intervista concessa al mensile femminista Emma Hohmann, direttore della sezione di indagine sulla prostituzione di Stoccarda, osserva come per avviare un'indagine sia necessaria la denuncia della vittima che difficilmente è disposta a testimoniare ed è incline piuttosto, specialmente se subisce aggressioni, a scagionare il proprio sfruttatore, definendolo un amico al quale devolve volentieri una quota del proprio reddito. [Die Zuhälter baden doch in Schampus!] [Les proxénètes sont comme coq en pâte]
La deputata socialista Ángeles Álvarez nota come la modifica dell'art. 188 proposta dal governo spagnolo miri ad offrire copertura agli imprenditori del prossenetismo come il magnate nordamericano del gioco d'azzardo, grande finanziatore del partito repubblicano, Sheldon Adelson, che intende costruire un mega casinò a Madrid: Eurovegas, un progetto fortemente contestato da una parte della popolazione, dai socialisti, dall'estrema sinistra e dai verdi e che oltretutto viola il piano urbanistico della città. Per erigere il mega casinò, Adelson pretende: l'applicazione di deroghe alla normativa sul lavoro e alla legge sull'immigrazione, l’esenzione dal pagamento, durante i primi due anni dall'avvio dell'impresa, dei contributi pensionistici e, durante i primi dieci, di tutte le tasse statali, regionali e municipali; l'abrogazione della legge che vieta di fumare nei locali pubblici e un ammorbidimento delle norme di prevenzione del riciclaggio di denaro. Richieste prontamente accolte da Esperanza Aguirre, presidente della Comunità di Madrid ed esponente dell’ala più conservatrice del Partito Popolare al governo, che ha assicurato che si cambieranno tutte le leggi che bisogna cambiare. Decisioni assunte senza alcuna considerazione del fatto che Adelson è sottoposto a diverse inchieste giudiziarie. L'FBI lo sospetta di collusione con la mafia cinese e di corruzione di funzionari pubblici stranieri. L'accusa gli è stata rivolta da un ex dirigente della filiale cinese di Macao della sua società: Steven C. Jacobson, cui avrebbe ordinato di tenere 'tranquilli' gli ispettori nella ex colonia portoghese e di ignorare la possibile presenza nel casinò di uomini delle 'Triadi': la mafia cinese. . Lo stesso Jacobson lo accusa di favoreggiamento della prostituzione a Macao. Per il reato di corruzione di funzionari stranieri, Adelson è indagato anche dalla Securities and Exchange Commission (l'equivalente dell'italiana Consob) e dal Dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti. La sua società: Las Vegas Sands ha ammesso recentemente di aver "presumibilmente" commesso il reato di cui è imputata dalla Securities and Exchange Commission . 
La parlamentare Ángela Alemany, esponente dell'associazione delle Donne Giuriste spagnole, ribadisce che il Ministro della Giustizia Alberto Ruiz-Gallardón non può conformare il Codice Penale alle esigenze dei prosseneti.  E' da tempo però che l'Asociación Nacional de Empresarios de Locales de Alterne (ANELA), l'organizzazione che riunisce molti proprietari di bordelli, condiziona pesantemente, grazie alle sue entrature politiche, la legislazione sulla prostituzione. Nel dicembre 2011 il nuovo presidente dell'associazione Juan Carlos Martínez Antúnez incontrò il vice ministro degli Interni e presidente della Comunità di Madrid Luis Armada Martínez-Campos e lo sollecitò a promulgare una legge che regolamentasse l'esercizio della prostituzione in maniera analoga a quanto previsto dall'Ordinanza emanata nel 2002 dal collega catalano. Alla redazione di quest'ultima, che sanziona con multe pesanti la prostituzione che si esercita in strada, ma non quella che si pratica nei locali, che viene così favorita, partecipò il delegato di ANELA in Catalogna: Manuel Nieto Marín, avvocato e agente della polizia giudiziaria di Barcellona, figura che attesta la commistione esistente tra incarichi istituzionali e cariche ricoperte nel mondo dello sfruttamento della prostituzione. Il presidente della Comunità di Madrid si mostrò interessato alla proposta di ANELA tanto da prevedere altri possibili incontri che sfociassero nella redazione congiunta di un decreto che disciplinasse la materia. Scopo dell'abboccamento era anche quello di influire, attraverso la comunità di Madrid, sul Governo di Mariano Rajoy, inducendolo a promulgare una legislazione nazionale che soddisfacesse pienamente le aspettative degli imprenditori del sesso. E' esattamente quel che sta accadendo.
Il Governo spagnolo concorre anche, con l'adozione di una dura politica di austerità che produce disoccupazione e povertà, ad alimentare la prostituzione. L'11 luglio 2012 ha varato imponenti misure di austerità: soppressione delle tredicesime spettanti agli statali, riduzione del sussidio di disoccupazione al 50% della retribuzione, tagli al sistema pensionistico e ai ministeri, aumento del 3% dell'Iva dal 18 al 21% e dall'8% al 10% quella ridotta  La manovra precedente aveva già diminuito di 27 miliardi il bilancio della Sanità e dell'Istruzione.  La crisi, congiunta all'assunzione di provvedimenti recessivi, ha provocato un incremento esponenziale del tasso di disoccupazione che nell'ottobre 2013 ha raggiunto il 26,7% e, addirittura, il 57,4% per i giovani di età inferiore ai 25 anni. . Ne è derivato anche un aumento del 15% della prostituzione e della tratta. Ciò, a mio parere, significa che, lungi dal configurarsi come il frutto di una libera scelta, la pratica dei rapporti mercenari è il risultato di una assenza di alternative, tant'è che potremmo persino assumerla, in un certo senso, come un indice di povertà della popolazione di un Paese. La crescita del disagio economico è strettamente correlata all'aumento della prostituzione. La maggioranza delle donne che si affidano al mercato del sesso lo fa nel momento in cui vede ridursi drasticamente le prospettive di occupazione e le possibilità di sopravvivenza.
Mi chiedo anche se e quanto la banalizzazione della prostituzione possa concorrere ad agevolare l'applicazione delle politiche di austerità. Se è così facile prostituirsi, perché lo Stato dovrebbe adottare provvedimenti economici espansivi che garantiscano un reddito a tutt*? 
La riforma del Codice Penale proposta dal governo spagnolo e approvata dal Consiglio dei Ministri in settembre presenta altre amare sorprese. In primo luogo, se approvata, produrrà un arretramento delle libertà e dei diritti sociali. Prevede infatti la criminalizzazione della protesta sociale, anche di quella che si svolge pacificamente, l'introduzione dell'ergastolo, sia pure, come misura reversibile e la comminazione di una pena di due anni di carcere a chi presta soccorso ai migranti privi di documenti. 
La riforma, osserva María Sandoval, studentessa precaria, militante comunista e femminista, si colloca inoltre sulla scia dell'offensiva del governo contro i diritti delle donne e incrementa la vulnerabilità delle vittime della violenza maschile, aggiungendosi alla revisione in senso restrittivo della legge sull'aborto.
In primo luogo, infatti, la riforma sopprime il concetto di violenza di genere e produce così l'effetto di occultarla.
Le denunce di molestie potranno essere presentate soltanto dalle vittime. Sandoval scrive che, considerata la bassa percentuale di querele, la conseguenza di questa modifica sarà l'impunità degli aggressori, la trasformazione della sfera domestica in una zona franca sottratta all'applicazione del diritto e il rafforzamento del patriarcato.
La violenza perpetrata contro le donne in presenza dei figli cesserà di costituire un'aggravante. Senza alcun riguardo, commenta Sandoval, all'interesse superiore dei minori, che si pretende invece, ingiustamente, di tutelare con l'imposizione dell'affido condiviso e senza alcuna comprensione del fatto che la violenza contro le donne provoca sofferenze e danni ai figli.
L'inadempimento degli obblighi genitoriali cesserà di essere considerato un reato e rientrerà nel campo di applicazione della giustizia civile, che ha una minore efficacia deterrente.
La Ley Integral Contra la Violencia de Género del 2004 viene violata introducendo la mediazione familiare in un contesto di violenza come provvedimento cui condizionare la concessione della sospensione della pena. Si tratta evidentemente di una misura che avvantaggia l'aggressore.
Le lesioni, le minacce e l'assoggettamento delle donne a forme di coercizione verranno classificate come reati minori.
La pena del carcere nei casi previsti dalla legge contro la violenza di genere del 2004 potrà essere commutata nel pagamento di una multa, soluzione che verrà ampliamente applicata, si prevede, nei confronti delle vittime economicamente dipendenti dall'aggressore. 
Infine, la riforma del Codice penale approntata dal governo di destra prevede come attenuanti nei casi di violenza di genere l'abuso di alcool da parte dell'aggressore e la costituzione dell'assassino alla Guardia Civil in caso di femminicidio.
La femminista María Sandoval conclude il suo articolo osservando come, complessivamente, le modifiche che si vogliono apportare al Codice Penale spagnolo prefigurano uno Stato di polizia, misogino, sessista e razzista. Esse costituiscono un duro colpo alle conquiste sociali, ai progressi compiuti verso la parità di genere e alla lotta per la sconfitta della violenza patriarcale.

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