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Beppe Grillo ha inaugurato una rubrica sul suo blog per mettere all’iindice i giornalisti che criticano il M5S. La berlina è inaugurata oggi dalla giornalista dell’Unità Maria Novella Oppo. Mantenuta dai contribuenti da 40 anni grazie ai finanziamenti pubblici all'editoria. Finanziamenti che il M5S vuole abrogare in modo che la Oppo dovrà cercarsi un lavoro.
La giornalista così indicata è, a quanto riferisce il post, colpevole di aver scritto che i grillini fanno una pagliacciata al giorno; dimostrano di non saper fare niente per l’Italia; e che Grillo vuole il casino totale.
Impossibilitato a smentire, Grillo ha confermato a più non posso. Con l’ausilio di tanti commenti violenti e sessisti.
Maria Novella Oppo - che riceve la solidarietà di Giulia Giornaliste - è abituata agli insulti di stampo sessista. Ma noi possiamo smettere di essere abituati. Di certo, non possiamo abituarci al fatto che sia un intero partito e il suo leader ad assumere, amplificare, incentivare questa forma di aggressività verbale. Al comico che si fa politico non possono corrispondere i troll molesti che si fanno opinione pubblica. Dario Fo, sostenitore del movimento, si è dissociato.
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Sulla sua pagina di Facebook ha indicato al pubblico ludibrio, la sua ossessione preferita: Laura Boldrini. Il testo introduttivo recita: La Boldrini si indigna. Ma su questo non apre bocca. Ultime tre parole scritte in maiuscolo. Foto allusiva della presidente, occhiali da sole, viso sorridente, testa reclinata all’indietro mentre in primo piano si erge un dito indice. Come a sollecitare commenti pornografici. Che immancabilmente arrivano e sono di una violenza misogina inaudita. Il post linkato attribuisce alla presidente presunte incoerenze. Ad esempio l'indignazione per il post di Grillo contro la giornalista Maria Novella Oppo, ma il silenzio su Nichi Vendola che ride per il microfono strappato al giornalista di Repubblica che tenta di interrogare Riva sui morti di tumore a Taranto. Un paragone piuttosto dubbio. Il post contro Oppo è un atto pubblico mirato a intimidire una giornalista, la risata di Vendola era in una conversazione telefonica privata, volta ad arruffianarsi un impreditore, al fine di tenere insieme la tutela ambientale e i posti di lavoro. Vendola imbarazzante, Grillo antidemocratico. Pubblicata l’intercettazione, Vendola in ogni caso si è scusato. Grillo invece continua a rilanciare.
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Terzo colpo della giornata, la pubblicazione della lista dei deputati eletti alla Camera con il premio di maggioranza, dichiarato incostituzionale dalla Consulta. Il post dichiara abusivi i 150 parlamentari eletti - in testa Celeste Costantino - e dispone che sia loro impedito l’ingresso a Montecitorio. Con i consueti toni e relativi insulti nei commenti sul blog e sui Facebook.
La sentenza della Consulta implica solo che alle prossime elezioni, in mancanza di una riforma elettorale, si voterà con l’attuale legge, senza premio di maggioranza e senza liste bloccate. Le precedenti elezioni non sono invalidate. Nè è conferito ad un leader extraparlamentare il potere di sindacare sulla legittimità degli eletti, meno che mai di sciogliere il parlamento. Quello stesso leader che con la legge oggi incostituzionale solo due mesi fa dichiarava di voler vincere le prossime elezioni. Peraltro, essendo incostituzionali anche le liste bloccate, tutti gli eletti, compresi i 5 stelle, sarebbero abusivi.
Troppo spesso e sempre con maggiore intensità Grillo sollecita gli istinti peggiori per alimentare le sue campagne. Senza esitare a strizzare l’occhio ai fascisti e agli xenofobi. Prossima al fascismo è la modalità di schedare i giornalisti con tanto di foto, nome e cognome, per intimidirli e indurli ad autocensurarsi. In particolare, gli riesce di agitare il maschilismo contro le avversarie politiche. Lo fa in modo virtuale, ma ugualmente rinforza e legittima una subcultura prevaricante che agisce tutti i giorni nella quotidianità reale. Più di ogni razzismo, la misoginia è la matrice di tutte le violenze, chi la agita è il primo abusivo e va fermato.

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