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- Categoria: Femminismo a Sud
- Pubblicato: 31 Marzo 2015
Da Intersezioni:
Ovvero: cos’hanno in comune Luciana Littizzetto, Susanna Tamaro, Marina Terragni e Luisa Muraro?
La storia degli studi di genere in Italia, si sa, è difficile e tormentata, e la situazione attuale non è certo delle più rosee. Le responsabilità dell’insindacabile arretratezza dell’Italia in questo campo sono diverse, a volte lontane nel tempo, e il risultato è molto particolare, come riassume Paola Di Cori in un suo articolo significativamente intitolato Sotto mentite spoglie:
Nelle università italiane coesistono e confliggono alternativamente iniziative di alto profilo e corsi assai modesti; e così ottimi programmi di ricerca e di formazione superiore, efficaci insegnamenti introduttivi su specifici aspetti di un universo conoscitivo ormai sterminato esistono accanto e insieme ai prodotti di una offerta didattica generica, frammentata, indefinita, spesso del tutto insufficiente a garantire una buona strumentazione di base, entro la quale insegnamenti di argomento affine sono spesso scollegati l’uno dall’altro e privi di un indispensabile momento di raccordo generale; in alcuni casi sono soprattutto i periodi di studio all’estero a offrire un rimedio alle croniche défaillances della formazione in Italia.