INCOMPRESI, IMBECILLI
di Max Bonfanti, filosofo analista
Che i muri delle nostre città e non solo quelli, siano diventati lavagne alla mercé di chiunque voglia sfogarsi è un dato di fatto, chi siano invece coloro che si sfogano sui muri è meno evidente.
Si dice sempre che non si debba fare d’ogni erba un fascio ed è giusto che sia così, quindi anche in questo caso è bene non generalizzare.
Il fenomeno non è nuovo, un tempo, quand’ero ragazzino i muri recavano scritte fatte col gesso, quando c’era, oppure con i pezzi di mattoni rossi trovati in giro per le strade; il loro significato era immediato: viva milan, viva inter, abbasso questo o quello o meglio ancora viva la figa.