Lo scrive nel 2008 a 68 anni. Lo scrive accumulando ricordi, oggetti, feticci della memoria, addensando sulla pagina un’autobiografia impersonale e tattile che diventa il diario di una generazione, quella cresciuta nel dopoguerra, quella delle donne che hanno fatto in tempo a conoscere com’era il mondo prima del 1968. Perché da quel momento “formidabile” (per dirlo con Mario Capanna) niente sarebbe più stato come prima.

diErica Arosio

Ecco perché il libro secondo me più bello, l’unico davvero imperdibile della scrittrice premio Nobel 2022 può essere amato -a capito – fino in fondo solo da quelle ragazze che come lei hanno vissuto gli anni prima della rivoluzione (per dirla con Bertolucci).

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