La tenerezza scompigliata di quelle bambine assorte, colte nell’attimo di un risveglio o di un improvviso cedimento, erano troppo. Troppo moderne per quel 1864 vittoriano, quando Giuseppe Garibaldi visitava Londra e usciva Viaggio al centro della terra di Jules Verne. La fotografia stava, poco alla volta, scrivendo il proprio alfabeto infantile, fatto di rigori tecnici (guai ad andare fuori fuoco!) e di pose statiche, quasi un esorcismo alla paura che ancora incuteva – la gente comune infatti ne era ancora spaventata, quella camera che ti guardava e emetteva un gemito sordo a ogni scatto era per molti uno strumento del demonio.

Leggi tutto