Ha vissuto in sei paesi diversi e a ventisei anni ha la responsabilità di progetti che valgono sei zeri, ma ancora non si sente “arrivata”. Per questo si è riscritta all’università: non per specializzarsi in un campo tecnico, in una materia stem. Ma per studiare le emozioni delle persone. La storia di Elisa è la protagonista del racconto di oggi di workHer su donne e lavoro.

«Mentre ero in Palestina per seguire un progetto di volontariato, una ragazza tedesca che lavorava con me mi ha proposto di partire con lei per la Bolivia per un campo.

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