La fame non è una condizione inevitabile, ma un’ingiustizia che si può sconfiggere. Ingiustizia, perché non si può definire altrimenti l’esistenza – o sarebbe meglio dire la sopravvivenza – nel mondo di 805 milioni di persone che soffrono la fame, ossia 1 essere umano ogni 9. E il 98% di questo esercito malnutrito e spesso malato vive nei Paesi in via di sviluppo, soprattutto nelle zone rurali dell’Africa e dell’Asia Meridionale. Piccoli produttori il cui sostentamento dipende dal poco che riescono a produrre su terre spesso aride, privi di risorse idriche, tecnologia, accesso al credito e al know how.

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