Arrivi e sei folata di vento. Ti precede uno sbuffo di insofferenza che vuoi far passare per un saluto. Hai sempre le mani impegnate, i pollici in particolare, per ticchettare furiosi messaggi forsennati. Smetti solo quando te lo impongo, quando devi mangiare, quando danzi e quando sei a scuola, se no sono guai. Ti amo di un amore a singhiozzo, travolgente e sghembo, che certi giorni diventa ruvido e maldestro, altri si ricopre di un velo di santa pazienza e si ammorbidisce come spugna.

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