Era un destino segnato quello di Maria Concetta Cacciola, donna di ‘ndrangheta di appena trent’anni che sognava il riscatto. Ma i genitori le avevano preso i figli, e subì il ricatto: per rivederli doveva ritrattare le accuse e scagionare i parenti dai rapporti con le cosche che lei stessa aveva ricostruito nelle dichiarazioni a magistrati e carabinieri. L’unico modo per riabbracciarli era districarsi dallo Stato e tornare a casa, nella braccia della famiglia. «Ti perdoniamo», le avevano detto, ma lei sapeva che così non sarebbe stato.

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