Se, come diceva Carlo Levi, le parole sono pietre, fermate, per favore, questa folle valanga anglofona. Ora arriva anche l’«egg sharing», un composto lessicale che mette insieme l’uovo, o meglio le cellule riproduttive femminili («egg»), e lo «sharing», letteralmente «condivisione», termine inglese che conoscevamo associato a «car» (auto) e a «bike» (bicicletta). Coniazioni tecnico-linguistiche che si usano per indicare una nuova mobilità urbana in multiproprietà o a noleggio, una sorta di veicolo collettivo per più utenti. Che la stessa definizione finisca nel vocabolario della fecondazione eterologa, cioè in un ambito con valenze necessariamente morali, è un altro, forse l’estremo, indizio del provincialismo italiano.

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