Chiama la Merini, cerca la Merini, senti la Merini… Nella cronaca del Corriere, nei primi anni Novanta, chiedevi un pensiero e arrivava una poesia. Di quei versi critti a macchina ricordo un’emozione condivisa in redazione. E tutti a dire: dove trova la sua forza, da dove vengono quei lampi, come fa a scrivere come il vento che parla? E lei umile, al telefono, schermita e quasi timorosa, che bisbiglia: «Vedete un po’ se vi va, questa mi è venuta di getto, quasi quasi la buttavo»…

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