Il periodo era ad alto rischio. Le autorità cinesi avevano innalzato la sorveglianza in occasione della sessione annuale del parlamento, un evento che riversa a Pechino circa 5 mila delegati da tutta la Cina: una decina di giorni, dal 5 al 15 marzo scorsi, di tensione, per quanto di routine. È alla vigilia della Giornata delle donne, 8 marzo, che la pubblica sicurezza della capitale e di altre città ha fermato diverse attiviste che programmavano di manifestare in modo non ufficiale, evitando le manifestazioni consentite in ossequio alla retorica governativa dell’emancipazione femminile e scegliendo temi e modalità non gradite.

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