L’ultima rilevazione Istat sull’occupazione vanta timidi segnali di ripresa ma la domanda da porsi è: per chi? Non per le donne, come emerge dagli indicatori che ci segnalano 42mila occupate in meno a febbraio rispetto a gennaio 2015 (leggi il post di Rita Querzè).

È vero che dalla crisi ancora non siamo usciti, come è vero che la fase più acuta è alle nostre spalle e gli elementi di stagnazione, scarsa crescita e mancata redistribuzione, permangono.

Viviamo un tempo di transizione dove la crisi, destrutturando l’identità, ha introdotto la precarietà in tutte gli aspetti del vivere quotidiano.

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