La frase più celebre dell’ Idiota di Dostoevskij fornisce il profondo interrogativo intorno al quale ruota il nuovo romanzo di Paola Capriolo, Mi ricordo , in libreria da domani per Giunti. Quella frase arcinota, che recita «la bellezza salverà il mondo», suscita l’interrogativo che profeticamente Dostoevskij lanciò nella sua opera del 1869 e lasciò in eredità all’intero Novecento e a noi oggi:

«Ma quale bellezza salverà il mondo?»

Non c’è domanda più attuale, e soprattutto non c’è questione più complessa per l’uomo contemporaneo, che ha conosciuto gli orrori delle due guerre mondiali (e di tutte le guerre successive, fino ai conflitti in corso ora) e ha visto manifestarsi l’orrore del male assoluto, lo sterminio sistematico degli ebrei nei lager nazisti: quale bellezza sia mai possibile — ovvero quale arte, quale poesia, ma anche quale bontà, quale umanità, quale fede — dopo simili mostruosità (e dopo le mostruosità che al secolo e al nuovo millennio non sembrano mai mancare) è proprio il dilemma in cui il romanzo della Capriolo è immerso.

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