Eravamo i migliori, dopo gli Stati Uniti. Sul fronte delle adozioni internazionali rappresentavamo un modello. E a un certo punto, dal 2008 al 2011, mentre gli altri Paesi già risentivano della crisi (la Norvegia è crollata del 90% in dieci anni), per l’Italia cominciava un quadriennio da record con una media di quattromila adozioni l’anno.

Gli ultimi dati, non ufficiali, ci aprono uno scenario diverso. La Commissione adozioni internazionali non ha ancora divulgato i numeri del 2014 (dal 26 giugno scorso non si è più riunita).

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