A Milano vivono molti cani, li si incontra ovunque, per strada, ai giardinetti, nei negozi, in libreria, sulla metro. Accompagnati dai padroni (lo so, «padroni» è un termine politicamente scorretto, ma è comodo, sappiamo tutti cosa voglia dire). Premessa indispensabile: dimenticare Umberto D, il triste film di Vittorio De Sica che ha indelebilmente associato il possesso del cane alla vecchiaia, all’infelicità e alla miseria (a parte il fatto che il cane-attore è visibilmente impaurito e addestrato con durezza).

Leggi tutto