Dal commento di due giorni fa di Papa Bergoglio («È giusto sculacciare i figli, ma niente schiaffi in faccia»), nell’opinione pubblica – certamente – ma forse anche nelle coscienze di ognuno si è agitato qualcosa. Uno smottamento nelle pance prima ancora che nelle mani, un movimento profondo che ha a che vedere con l’essere stati figli (e quasi certamente averne presa anche più d’una, di sculacciata) e con l’essere oggi genitori, educatori, testimoni il più possibile credibili (se ci va abbastanza bene) dei nostri tentativi pedagogici.

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