I figli dell’eterologa made in Italy saranno per metà stranieri. Almeno quelli concepiti in provetta nei centri pubblici. La pratica sul campo ha infatti reso evidente ciò che era prevedibile. Le donne italiane non donano ovociti e le Asl si devono arrangiare.

La Toscana anche in questo è stata intraprendente con la delibera del Careggi che ha stabilito una sorta di convenzione per l’importazione da quattro biobanche. Altre Regioni stanno valutando l’ipotesi di battere la stessa pista per rifornirsi, acquistandoli, di gameti femminili ceduti da donne spagnole, svedesi o altre nazionalità.

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