Le «spedizioni» si facevano di sabato pomeriggio, partendo in macchina in cinque da Lugano: 12 chilometri di strade panoramiche e curve con vista lago per arrivare a Ponte Tresa, fare shopping e tornare in Svizzera con le scarpe nuove ai piedi (e un bel po’ di quattrini risparmiati grazie al franco forte ).

«Ogni famiglia ticinese ha una storia di confine da raccontare» spiega Mariarosa Mancuso, 59 anni, giornalista, saggista e critica cinematografica. La sua, papà siciliano e mamma svizzera, risale agli anni 60 quando da bambina, insieme ai genitori e ai suoi fratelli più piccoli, si partiva sulla Morris «con le scarpe vecchie da buttare, per poi tornare a casa con quelle nuove.

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