È da sempre il più filosofico degli stati d’animo, da Kierkegaard a Heidegger, a Sartre, ma ora arriva uno studio della canadese Lakehead University a certificarlo: l’ansia e intelligenza (verbale) vanno di pari passo. Detto altrimenti: le persone più capaci di articolare pensieri ed espressioni hanno una tendenza maggiore a preoccuparsi, a rimuginare sugli eventi passati o a pensare ossessivamente a quelli futuri.

Così almeno sostiene lo psicologo dell’Ontario Alexander Penney, che ha sottoposto una serie di test e questionari a 126 studenti universitari per misurare sia le loro capacità intellettive che la tendenza all’ansia e alla depressione (tra le affermazioni da valutare c’era anche: «C’è sempre qualcosa che mi preoccupa».

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