Proviamo a metter giù un tassello per un discorso scomodo. Ovvero, il passaggio che nei decenni ha portato dalla liberazione (della sessualità, dagli stereotipi, dai pregiudizi) alla protezione: occorre essere, ovvero, protetti da immagini e parole che possono ferirmi/influenzarmi/definirmi. Ho la sensazione che in questo momento camminiamo con la necessità di schivare almeno tre pericoli che non sempre vediamo: il primo è ancora là, da anni e anni, e riguarda la disparità di sguardo (e da qui: di stipendio, di trattamento lavorativo, di riconoscimento di autorevolezza, e tutto quello che ci siam detti e ci diciamo da parecchio) sulle donne.

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