Dunque, non ho intenzione di reinfilarmi nella polemica su Propaganda. Altre hanno scritto meglio di me, in queste ore, sulla questione della rappresentanza e rappresentazione femminile. Sabato ho provato a porre, su Facebook, un'altra questione, non minore a mio parere, che riguarda l'autorappresentazione di chi usa parola pubblica e, certo, politica. La questione è enormemente complicata quanto sempre meno affrontata. Come si fa, specie in tempi come i nostri, sempre più divisi in gigantesche dicotomie, a far sì che le proprie parole non cadano nel vuoto, ovvero vengano fruite solo da coloro che sono d'accordo con noi? Mentre galleggiamo nelle nostre bolle, non riusciamo a permeare le altre.

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