Luisa Muraro
Non è da tutti. L'indicibile fortuna di nascere donna
Ci sono gesti che le donne compiono dai primordi della vita umana e che tra mille peripezie e difficoltà passano, una generazione dopo l’altra, di madre in figlia : spendersi per i viventi, rendere abitabile la terra, ricreare incessantemente le possibilità dell’esistenza contro le forze disgregatrici del caos sempre all’opera per sconvolgere il mondo. In questo libroLuisa Muraro rende omaggio alla grandezza femminile; una grandezza che non ha nulla a che vedere con il prestigio personale, la carriera, il denaro, che non si specchia nelle graduatorie della società, ma che si “gode specialmente nell’intimo di sé”, che assomiglia a “un’avventura segreta” o “ a un abito di tutti i giorni ma disegnato da Valentino”; e nel rendere un tale omaggio lei ripete nella scrittura i medesimi gesti : mettersi dalla parte dei viventi e fare ordine, perché lo si possa abitare con agio, in un presente sempre più caotico, buio, disperante.
Il “privilegio di essere donna” (che Luisa Muraro ha accettato e messo in gioco nella sua vita personale e pubblica) è ciò che le consente di “accendere una luce” sulla realtà che non è, nel suo pensiero, un qualcosa di dato, di toccabile, vedibile, verificabile (quell’oggetto, quell’idea, quel fatto), ma relazione tra ciò che è e ciò che non è, tra quello che conosciamo e l’imprevisto che d’un tratto, in una sorta di epifania, diventa visibile e si mostra.
Come la libertà femminile, inaudita fino alla seconda metà del Novecento e il cui orizzonte si è aperto - oltrepassando l’ordine patriarcale che di certo non la prevedeva – quando le donne sono uscite con una schivata (come gli animali inseguiti dai predatori) dalla traiettoria del potere e si sono presentate sulla scena del mondo come soggetti desideranti e parlanti in autonomia. La felicità di esistere e di esserci - qui, sulla terra – è scaturita allora per Luisa e per le tante altre con le quali ha condiviso l’esperienza del femminismo, dalla sensazione di una vita non più imprigionata in se stessa, ma libera di significarsi per se stessa, con le proprie parole, i propri desideri.
La scoperta di sé, frutto della relazione tra donne, è stata al tempo stesso la scoperta di quello che lei chiama il privilegio di essere donna anche se, essere donna, è una condizione umana difficile. Per tutte: le belle e le brutte, le giovani e le vecchie, le ricche e le povere, le venerate e le umiliate. Ma essere donna – ed è questa la fortuna che ci è toccata in sorte- significa guadagnare un modo unico e insostituibile di intimità con il genere umano e, dunque, un “di più” rispetto alla condizione maschile. Un “di più” che in società diventa visibile solo a sprazzi, ma che non sfugge agli sguardi ammirati di certi artisti che lo hanno scorto proprio là dove esso si manifesta, “fra le cose ordinarie della vita”, come è appunto il caso del pittore olandese Jan Vermeer.
(...) Nonostante i tempi bui e l’assordante e insensato proliferare di discorsi sulle donne (quote, dignità offesa, veline, salvatrici della nazione ecc. ) Luisa Muraro continua a sentire tra le donne “un filo di quell’umore felice del surfista che corre sulla cresta dell’onda”; con il suo sguardo profondissimo e limpido come la sua mente, ancora scorge all’orizzonte della sua e delle nostre esistenze, un barlume di felicità. Una felicità che comanda di essere annunciata e condivisa con altre, con altri. Del resto, certe rivoluzioni (e quella femminista lo è stata) sono scoppiate così - scrive Luisa - “solo perché la felicità si è mostrata all’orizzonte”. (recensione di Giuliana Giulietti)
Qui il report integrale di un bellissimo incontro con l'autrice:
http://concorsolinguamadre.it/lincontro-con-luisa-muraro/
Tipologia di Libro: Saggio
Libro edito da: Carocci
Anno di pubblicazione: 2011
Argomenti Trattati: cultura e filosofia delle donne -