Il 6 febbraio è la giornata internazionale contro le mutilazioni genitali femminili. E' questa una delle peggiori persecuzioni contro le donne scaturita dalla inesausta inventiva dei torturatori del genere femminile. La sofferenza che causa è immensa, le conseguenze in termini di dolore, infezioni, malattie, rischi di morte di parto irreversibili e pesantissime. Ma tant'è. Cosa non si farebbe! pur di mantenere schiava quella parte di umanità che umanità non deve essere, ma proprietà.
E così questo fenomeno orrendo, anziché regredire, benché sia quasi ovunque "vietato" è ancora molto diffuso su tutto il pianeta: con il diffondersi dell'immigrazione, e il fallimento delle politiche di integrazione, riguarda ampiamente ormai anche l'Europa. Un convegno a Roma fa il punto. Secondo l'Oms sono oltre 100 milioni le donne e le bambine mutilate nel mondo - ma secondo altre stime sono anche molte di più - e sempre nuove donne e bambine vengono colpite, in ragione di 3 milioni all'anno. La verità è che nel mondo, ogni 11 secondi questo efferatissimo crimine si abbatte su una nuova vittima.




Dati precisi sulla diffusione delle mutilazioni genitali femminili nei paesi europei non ce ne sono ma per fortuna si inizia a parlarne. La Convenzione di Istanbul è il primo trattato a riconoscere l'esistenza delle MGF in Europa e la necessità di affrontare il fenomeno in modo sistematico. Le mutilazioni sessuali sono un gravissimo crimine, che viola nel modo più cruento il basilare diritto all'integrità fisica di donne e ragazze, e le segna per sempre. È quindi fondamentale che la comunità internazionale, i governi e la società civile si mobilitino seriamente per debellare questa atroce forma di violenza di genere, a partire dallo sviluppare strategie di prevenzione, culturali e legali. Come? Come???
Lei, ex-bimba mutilata in Somali,a  e poi fuggita, ex-modella, fondatrice dell'associazione Desert Flower, autrice del libro "Desert flower" (poi divenuto un film), è oggi fra le principali attiviste contro le MGF al mondo.


Di cosa sia possibile fare si parla oggi anche a Roma, con Pia Locatell (coordinatrice del Gruppo di lavoro parlamentare “Salute sessuale e diritti delle donne”), Maria Grazia Panunzi (presidente AIDOS – Associazione italiana donne per lo sviluppo), Clara Caldera (resp. AIDOS progetti sulle MGF, Vicepresidente Network europeo END fgm), e Elly Schlein (europarlamentare, Commissione Sviluppo). Neanche un uomo: peccato.
L'incontro vuole essere l'occasione per parlare della Convezione in relazione alle MGF, informare delle azioni di altri paesi europei nella lotta contro il fenomeno e discutere le azioni del nostro paese.
“Le mutilazioni genitali femminili in Europa: la Convenzione di Istanbul per contrastare il fenomeno”; Sala stampa della Camera dei Deputati, Via della Missione 4, Roma. 6 febbraio 2015, ore 11.30.