lettera ai partiti-dem-paritariasmallRichieste precise e chiare, nel rispetto dei diritti delle donne e di una vera democrazia: sono quelle avanzate da più parti alle formazioni politiche che stanno approntando le liste elettorali. Vi invitiamo a informarvi e, se siete d'accordo, a condividere per darne la più ampia notizia. In particolare vi sottoponiamo la lettera inviata ai partiti dall' "Accordo di azione comune per la democrazia paritaria", a cui aderiscono decine di gruppi e associazioni, e quella messa a punto dall' AFFI, insieme a Power & Gender: quest'ultima segnala anche i nomi di 10 donne che si vorrebbe vedere nelle liste, proposte dalle associazioni affiliate all'AFFI.
Ai link segnalati potrete trovare le lettere complete. Di seguito le richieste in 7 punti che sono ben precisate nella lettera dell'accordo di azione comune". La lettera chiede:

1 • di presentare  liste alternate per genere con un numero di candidature femminili pari al 50% dei candidati; 

2 • di presentare un egual numero di donne e di uomini quali capilista;

3 • di presentare candidature femminili nel 50% dei collegi ritenuti conquistabili;

4 • di invitare i propri elettori ed elettrici, laddove è prevista l’espressione di una preferenza, a utilizzarla con particolare attenzione per le candidate;

5 • di presentare nei “listini” o nelle liste bloccate candidate e candidati in ordine alternato per favorire la elezione di una consistente percentuale di donne;

6• di far conoscere i criteri di scelta delle candidate e dei candidati alle primarie;

7 • di assicurare nelle tribune elettorali televisive la presenza paritaria delle candidate e dei candidati.

8 • di rendere pubblico come sia stata realizzata l’utilizzazione della quota dei rimborsi elettorali destinata per legge a promuovere la presenza delle donne in politica.

Da parte nostra - conclude la lettera - seguiremo le ricadute delle nostre richieste e diffonderemo quanto è utile per informare le elettrici e gli elettori che hanno a cuore la democrazia paritaria, consapevoli che un paese che emargina le donne non è un paese democratico.