E’ trascorsa quasi una settimana dall’8 marzo amaro di Imola, quando duecento persone hanno sfilato in un corteo organizzato dal Comitato pro-fucilieri San Marco per ricordare Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, i due marò italiani agli arresti in India con l’accusa di aver ucciso due pescatori indiani. Il corteo era partito dalla stazione e si era snodato con gonfaloni, banda e striscioni lungo le strade di Imola per “esprimere solidarietà alle mogli e alle figlie dei due militari italiani” ma dietro quel pretesto si celava ben altro.

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