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In Puglia molti Comuni, come nel resto d'Italia, cambieranno nel 2014 le loro Amministrazioni e, sempre nel 2014 ci saranno le elezioni europee.
Nella composizione delle liste e nella indicazione dei candidati assistiamo al solito gioco degli annunci, come se nulla fosse accaduto e come se, la credibilità dei partiti proponenti, non fosse stata così duramente attaccata.
Nulla pare modificare la certezza che basti un nome, possibilmente gradito alle varie correnti, possibilmente supportato da una cospicua dote economica da investire nella campagna elettorale per garantirsi una vittoria.
La questione della parità di genere, non è presente se non intesa come sciatta adesione ad una finta parità numerica o  evocazione salvifica di qualche nome femminile da inserire nelle liste, nulla di più lontano  da quello che da anni ormai abbiamo come donne è il nostro obiettivo: donne ed uomini insieme al Governo come adesione ad un diritto universale che esprima il valore della differenza.
La Puglia delle 30.00 firme raccolte per modificare una legge elettorale talmente misogina da portare in Consiglio regionale 67 uomini su un totale di 70, la Puglia governata da un Consiglio talmente misogino da averla bocciata nel silenzio di un voto segreto, non poi così tanto segreto a rileggerne oggi le sconcertanti dichiarazioni che lo hanno preceduto. Ed il silenzio continua ancora!
Oggi, la parità di genere è l'indicatore più evidente dei fallimenti della politica che si scontra tutt'ora con vecchi ostacoli ma con sembianze diverse.
La differenza tra i diritti fondamentali universali delle donne, proclamati  e la condizione reale delle donne, minacciate
quotidianamente, fatte sparire, ferite, uccise perché donne, in nome di una culture così radicata , è abissale.La parità di genere è il valore universale più contestato ed è al centro di un incessante conflitto di valori, che attraversa tutte le culture e religioni.E ciò accade, mentre le donne, nonostante i progressi compiuti, restano la grande maggioranza delle persone esposte ai rischi sociali di povertà e di esclusione sociale, in quanto prime vittime di ineguaglianze multiple!La parità di genere ha ancora un senso?   No se non contiene in sè il rispetto della differenza.Non sarà sufficiente una donna in più nelle Giunte, inserita come fiore all'occhiello e gradevole ornamento del capo, saranno necessarie donne che nel momento delle scelte siano consapevoli della storia delle tante che hanno permesso loro di essere lì.Questo si chiede  alla politica oggi se vuole davvero essere strumento di cambiamento e non, come sempre, semplice apparenza.magda terrevoli

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