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di Maria Rossi
Qualche giorno fa ho pubblicato la testimonianza di una escort di 24 anni che sosteneva di non essere affatto turbata dall'equiparazione tra stupro e prostituzione e di essere molto più irritata da chi normalizza quest'ultima, negando la violenza ad essa intrinsecamente connessa. 
Abbattoimuri ha replicato con un articolo dai toni che si prefigurano durissimi sin dal titolo: StigmaKills, che rappresenta un'accusa pesante per chi accomuna la prostituzione allo stupro a pagamento: quella di essere, per il solo fatto di sostenere la veridicità di questa affermazione, complici, se non peggio, degli omicidi delle sex workers.  Suppongo che l'accusa sia rivolta anche a me, dal momento che un mio articolo reca proprio il titolo di: Lo stupro a pagamento non è un lavoro come un altro. Naturalmente chi si difende e respinge queste imputazioni è automaticamente collocato nel girone infernale dei violenti, mentre chi le formula è vittima dell'altrui malvagità. Il mondo alla rovescia, insomma. Non so se anche le numerose sopravvissute alla prostituzione che accomunano la propria esperienza a quella di uno stupro reiterato debbano essere considerate complici dell'assassinio delle loro sorelle. Chi lo sa? Non si tiene presente, infatti, che sono proprio loro le prime a proporre questo confronto.
Abbattoimuri sembra dimenticare che gli assassini delle donne prostituite sono i clienti e i magnaccia, persone le cui pratiche vengono strenuamente contestate dalle femministe abolizioniste. Non mi pare che opporsi a qualcuno sia un modo per agevolarne le attività, incluse quelle criminali. Questa è un'antinomia, un'affermazione totalmente illogica ed assurda. Come ho già dimostrato altrove, la regolamentazione della prostituzione non incrementa affatto la sicurezza delle persone che la praticano. Tutt'altro!  Vi invito a leggere l'articolo che linko
In Germania  il 61% delle donne prostituite intervistate da Melissa Farley ha subito aggressioni fisiche e il 52% minacce con l'uso delle armi e non mancano certo gli omicidi. Percentuali elevatissime di violenze si riscontrano anche negli altri Paesi che hanno legalizzato la prostituzione, in Turchia come in Thailandia e in numerosi altri Stati. 
Quando ero prostituta e costretta alla pornografia, sono stata minacciata di morte un numero incredibile di volte. Conosco la freddezza e l'odio di chi uccide le prostitute. La morte è considerata semplicemente come un rischio associato al fatto di essere inseriti nel mercato del sesso. [...] Non c'è sicurezza per alcuna donna o ragazza nel mercato del sesso ed essere uccise o meno, è solo questione di fortuna. 
L'articolo di laglasnost afferma che l'equiparazione tra prostituzione e stupro costituisce una teoria neofondamentalista, autoritaria, paternalista, supponente, malsana, creatrice di stereotipi, promotrice di tutoraggio e, non plus ultra, che essa si configura come una autentica forma di legittimazione dello stupro (sic!) perché farebbe intendere che questo crimine viene perpetrato esclusivamente fuori dalle mura domestiche e che l'unico modo per non subirlo sarebbe quello di non prostituirsi (Ma chi l'ha mai scritto?). Accuse molto soft, come si può notare.
Tale tesi, afferma la nostra blogger, trae origine dalle teorie delle femministe radicali americane Dworkin-MacKinnon che sarebbero quindi neofondamentaliste, autoritarie ecc ecc. Ecco il punto. La questione è che Andrea Rita Dworkin, tanto vituperata e demonizzata, non elaborava teorie astratte, ma raccontava e analizzava con passione e lucidità la propria esperienza. Anarchica, sposata ad Amsterdam con un compagno della sua stessa fede politica, ne subì la violenza brutale. Decise di fuggire e, disperata, senza denaro e senza fissa dimora, per sopravvivere fu costretta, per un certo periodo di tempo, a prostituirsi. Quando si occupava di prostituzione, Andrea Dworkin non teorizzava un bel nulla, ma descriveva la violenza che le si era iscritta nella carne. Per lei la prostituzione, che aveva praticato, era un'infinita reiterazione dello stupro. Nei suoi scritti Andrea Dworkin rendeva pubblico il proprio vissuto, perché nessun'altra donna dovesse subire quel che lei aveva sofferto. Che ci siano state delle femministe come MacKinnon ed altre che le abbiano manifestato empatia, l'abbiano saputa ascoltare ed abbiano ripreso le sue affermazioni, attribuendo rilevanza alla sua drammatica conoscenza e coscienza della realtà, non mi pare così scandaloso. Certo è molto meglio che demonizzarla e definirla, senza neppure sapere chi fosse, una autoritaria, paternalista che legittima stupri e alimenta stigmi che uccidono le prostitute.
Ritorniamo a noi.
La prostituzione viene ricondotta allo stupro anzitutto perché l'intrusione reiterata di estranei nel proprio corpo viene percepita come una violazione dell' integrità fisica e psichica, come riferiscono molte donne che si sono prostituite. Questa equiparazione  assume anche il significato esplicitato dalla escort, la cui testimonianza ho tradotto:
Le abolizioniste ritengono che il bisogno economico e il potere del denaro che ne deriva (ricordiamo en passant che il potere economico nel mondo è detenuto in larga maggioranza dagli uomini e che la parità salariale è ben lontana dall'essere realizzata nella maggior parte degli Stati)  siano alcune delle cause che permettono ai clienti di imporre alle donne prostituite rapporti sessuali non desiderati e non consensuali (dal momento che cedere non significa acconsentire) e che, sotto questo profilo, l'equiparazione della prostituzione allo stupro sia pertinente.
La  dazione di denaro non è ininfluente nel determinare la configurazione della relazione sessuale nella prostituzione, giacché il cliente ritiene di acquistare non solo una prestazione, ma il potere sulla donna e il diritto di farle ciò che è stato pattuito, che lei voglia o no. «Io ti pago, tu ti pieghi» osserva un utente del sito Gnocca Travels. Alcuni studi recenti confermano l'esistenza piuttosto diffusa di queste convinzioni tra i consumatori di rapporti mercenari. Il 27% di 103 clienti londinesi ha spiegato chiaramente che, dopo aver pagato, il cliente ha diritto di  fare qualsiasi cosa desideri, il 47% ha espresso in modo più o meno chiaro l'idea che le donne non possiedono sempre certi diritti mentre si prostituiscono [Melissa Farley, Julie Bindel, & Jacqueline M. Golding, Men Who Buy Sex, (2009), ] Il 43% dei 113 clienti intervistati a Chicago ha dichiarato che la donna che si prostituisce dovrebbe fare qualsiasi cosa le si richieda, dopo essere stata pagata [Rachel Durchslag  and Samir Goswami, Deconstructing the Demand for Prostitution, 2008, p.18]
L'equiparazione tra stupro e prostituzione mira a descrivere e a riconoscere la realtà, non certo a rafforzarla!
Esercitare il diritto di recesso da un accordo, nel caso della prostituzione, è quasi impossibile. La maggior parte delle donne che praticano rapporti mercenari sono assoggettate a reti di prosseneti, sono costrette a prostituirsi per sopravvivere e quando la violenza ha luogo la penetrazione è già iniziata ed è assai difficile, se non impossibile, impedire la prosecuzione del rapporto.
Il sito escortforum riporta  recensioni di atti che non si possono definire in altro modo che stupri. Vi sono clienti che provocano dolore fisico alle ragazze che si prostituiscono per costringerle a pratiche sessuali che hanno rifiutato e che non sono  previste dall'accordo. 
In conclusione: l'equiparazione tra stupro e prostituzione non è affatto arbitraria e infondata.
PS: Replicare a chi ti accusa, in quanto sostenitrice di determinate posizioni, di legittimare lo stupro e di provocare l'assassinio delle donne prostituite, non è cyberbullismo. E' un atto di legittima difesa, semmai. Spero che mi si riconosca il diritto di confutare argomentazioni che ritengo errate e di respingere imputazioni offensive, senza gridare all'attentato ed evocare il reato di lesa maestà.

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