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A proposito dei casi di prostituzione minorile di alcuni giorni fae del modo in cui i politici e i media ne hanno parlato, mi scrive Elisa, 23 anni, iscritta a una laurea magistrale nel settore della Comunicazione:

Buongiorno prof, alcune sere fa, guardando Piazza Pulita, sono rimasta sconcertata dai toni e dalle argomentazioni usati, sia dalla Biancofiore sia da Cuperlo, in merito agli episodi di prostituzione minorile. Potrebbe darmi una sua opinione al riguardo? In generale mi sembra che la classe politica non faccia realmente un’analisi socioculturale del problema ma ognuno risponda secondo le proprie ideologie di partito: chi dice che la colpa è delle donne – Biancofiore – e chi dice che la colpa è degli uomini – Cuperlo. Eppure a me sembrano risposte banali in entrambi i casi.

Da ragazzina/adolescente guardavo MTV e leggevo Vanity Fair (come molte mie compagne, anche se ben presto ho smesso) e non m’interessavo di politica né di scandali connessi: semplicemente volevo essere parte di una società che mi ritenesse interessante (il che spesso significa attraente) e che in qualche modo mi apprezzasse. Io non credo sia cambiato nulla da allora e per questo mi chiedo: che fine ha fatto la censura? Credo che il problema sia questo.

Mio babbo ricorda i film vietati ai 14 anni perché si vedevano le spalline di un reggiseno (anni ’60). Oggi video come quello di Lily Allen [vedi sotto] (ma ce ne sono tanti altri) sono normali e circolano su tutti i media (vedi ad esempio questo articolo su Vanity). I ragazzi non hanno nemmeno bisogno di siti erotici: basta entrare su YouTube e sarà il sito stesso a suggerirtelo… insomma, le faccende personali di Berlusconi vanno ad aggiungersi alla lunga fila di casi dove le donne usano il proprio corpo per guadagnare soldi o ottenere vantaggi di qualche tipo, e sono solo la punta di un iceberg che parte dalla comunicazione di massa (in poche parole mi preoccupa di più l’influenza di Mediaset sugli adolescenti che non quella della Minetti). Io credo siano innanzi tutto i media a legittimare determinati comportamenti (fino alla prostituzione), non da ultimo “Bling Ring”, l’ultimo film di Sophia Coppola, che vorrebbe essere di denuncia ma l’epilogo finale dichiara esattamente l’opposto. La ringrazio dell’attenzione, seguo volentieri il suo blog. Buona giornata, Elisa

Rispondo in breve, perché il tema è complesso e solo una discussione articolata può rendergli onore. Sono d’accordo con te, cara Elisa, sul fatto che la discussione politico-mediatica sulle ragazzine che si sono prostituite a Roma e altrove è stata banale ai limiti dell’idiozia. Ma la cosiddetta “censura” (che bisogna capire in cosa consista di volta in volta e come si eserciti) è sempre problematica perché è soggetta a limiti di arbitrarietà (chi censura? come? quando?), perché è paternalistica (presuppone che i censori siano portatori di una moralità e una competenza superiori, il che non è sempre vero), e perché in realtà non impedisce la prostituzione né difende davvero i minori. Inoltre, se un tempo certe forme di censura erano in parte praticabili e sono state di fatto praticate, oggi, con Internet, sono semplicemente impossibili. Dunque? La discussione è aperta.

Archiviato in:così va il mondo, media, pubblicità commerciale Tagged: Lily Allen, media, prostituzione minorile

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