Sin da quando ero bambina visualizzavo la Repubblica Italiana come una donna, probabilmente influenzata dal bel profilo femminile raffigurato sulle monete (ricordo soprattutto quelle da 20 lire e poi quelle da 200 lire dove dalla testa del profilo di donna erano sparite le spighe di grano, quasi ad indicare l’evoluzione della Repubblica italiana da paese agricolo a paese industriale) o su alcuni tagli di francobolli. Ma sicuramente influenzata anche dalla parola al femminile e poi dalla potente fotografia della bellissima ragazza dal volto radioso (pubblicata dal Corriere della Sera del 3 giugno del 1946 per annunciare la nascita della Repubblica italiana) che era già “virale” qualche decennio fa.

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